L’obbligo di richiedere la SOA scatterà dal 1º gennaio 2023 perché da quella data le imprese dovranno almeno aver fatto richiesta. Mentre dal 1º luglio 2023 per effettuare i lavori sopra i 516mila euro dovranno averla ottenuto.
Cos’è la certificazione SOA
L’Attestazione SOA è la certificazione che qualifica un’impresa ad appaltare lavori per categorie di opere e per classifiche di importi. Per quanto riguarda gli appalti pubblici, è un documento necessario e sufficiente a comprovare, in sede di gara, la capacità dell’impresa di eseguire, direttamente o in subappalto, opere pubbliche di lavori con importo a base d’asta superiore a € 150.000,00; essa attesta e garantisce il possesso da parte dell’impresa del settore delle costruzioni di tutti i requisiti previsti dalla attuale normativa in ambito di Contratti Pubblici di lavori.
Questo nuovo paletto sarebbe stato introdotto per garantire la realizzazione di opere con soldi pubblici solo ad imprese veramente capaci e qualificate. Il presidente dell’Ance ha sottolineato l’importanza di introdurre delle norme e delle regole chiare e precise per garantire solo alla imprese qualificate operare in questo settore. Anche se l’introduzione di paletti temporali che rimandano alla metà del 2023 vanificherebbe in buona parte il principio considerando che il superbonus 110 finisce il 31 dicembre 2023.
La reazione di Confedilizia
Contraria all’introduzione dell’obbligo è Confedilizia che in una nota ha affermato che “L’introduzione, in tema di incentivi per interventi sugli immobili, dell’obbligo di qualificazione Soa per le imprese che eseguono lavori di importo di poco superiore a 500mila euro costituisce l’ennesimo orpello burocratico e un ulteriore ostacolo alla riqualificazione e alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio privato”
“Imporre un tipo di certificazione del genere – finora richiesta solo per gli appalti pubblici – avrà l’effetto di ridurre ancor di più il numero delle imprese alle quali affidare i lavori, con la conseguenza che molti proprietari non avranno più la possibilità di intervenire sui loro immobili.
Già la stretta sulla possibilità di cessione del credito ha ingessato il settore, con proprietari di casa che non sono più in grado di trovare imprese disposte ad eseguire i lavori. Ora questa ulteriore novità rischia di affossare completamente ogni aspettativa di rilancio dell’economia legata all’immobiliare”
Novità decreto Sostegni ter
Intanto secondo una novità introdotta dalla legge di conversione del decreto Sostegni ter, a partire dal 27 maggio bisognerà rivolgersi ad un’impresa che applica i contratti collettivi del settore edile per poter usufruire del superbonus 110 e degli altri bonus casa per lavori superiori ai 70mila euro.
Fonte: Idealista 11/05/2022